trans
Camionisti......che passione
di cross_dresser
22.03.2020 |
1.885 |
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"«Adesso te lo metto in culo, esordisce..."
Dopo tanto finalmente ho trovato il tempo di pubblicare su queste pagine un' esperienza davvero singolare,,spero che apprezziate e ne comprendiate il giocoQuesto che sto per raccontarvi mi è successo l estate scorsa sulla A1, da Firenze direzione Milano.
Era inizio luglio, faceva caldo, molto caldo. Stavo andando dal
mio amante lontano, avevo ottenuto dei giorni di ferie e ci erava-
mo organizzati per sfamare la voglia insopportabile che avevamo
l’uno per l’altra. Quella mattina indossavo una bella gonna bianca con fiori
rossi, fresca ed elegante, ed un top bianco che mi lasciava le spalle
scoperte, con quel caldo! Guidando avevo tirato la gonna su, fin
sopra le ginocchia, per sentire fresche le cosce esposte all’aria che
entrava dai finestrini...
Un paio di sandali aperti color ardesia completavano il mio es-
senziale ma grazioso abbigliamento per quella inaspettata gior-
nata di piacere.
Canticchiavo, cambiavo stazione sull’autoradio cercando i pro-
grammi più interessanti, ero serena, e, superando un lungo autotreno,
ho cominciato ad agitarmi. Stavo proprio finendo il sorpasso (e
superare dei grandi TIR mi rende sempre nervosa) che quel ca-
mionista improvvisamente suona il clacson e mi lampeggia coi fari.
Io, agitatissima sussulto. Cosa ho fatto di male? Sono rientrata
troppo presto? Gli ho tagliato la strada?
Proseguo, sebbene tesa, per la mia strada quando dopo qual-
che minuto, nel corso di un secondo sorpasso ecco di nuovo che
l’autista di un altro TIR suona e mi lampeggia. Mi prende un colpo dav-
vero e comincio a pensare che la mia macchina abbia qualcosa
che non va.
Starò perdendo la marmitta? Sto andando a fuoco? Ho un gat-
to attaccato al parafango? Non sento nessun rumore strano né
puzza di bruciato e, nonostante gli abbaglianti del camion, conti-
nuo dritta lun,go l’autostrada.
Fa caldo e mi aggiusto la gonna un po’ più su sulle cosce su-
date, appiccicate alla tappezzeria del sedile. La carreggiata si re-
stringe ed ecco un nuovo autorimorchio di fronte a me. Devo
superare ancora...la strada in salita metto la freccia, mi sposto sulla sinistra, scalo
la marcia e mentre rientro in carreggiata... «!!!!!»... L’autori-
morchio mi suona.
Una scarica di adrenalina mi pervade il corpo fino alla punta
dei piedi. Tremo tutta. Lui continua a lampeggiarmi. Devo asso-
lutamente fermarmi. Alla prima area di servizio metto la freccia e
accosto. Ancora tremante parcheggio e mentre scendo dalla mac-
china vedo arrivare l’ultimo TIR che ho sorpassato una decina di
minuti prima, sterza nell’area degli autorimorchi e scompare alla
mia vista. Entro nel bar lievemente agitata all’idea di incontra-
re la persona alla guida di quel bestione della strada. E proprio
come temevo, mentre ordino un caffè, entra un giovane uomo
sorridente, baciato dal sole e con una pelle profumata che diventa subito
febbre per me...........
È il camionista.!!!!!
Si vede dalle grandi mani callose sporche di
olio di motore e dagli avambracci forti e possenti. Indossa una
maglietta a maniche corte pantaloncini dal qualche non si rimane indiferenti dal sospensorio che contiene e le sue coscie muscolose come
copertoni del suo tir , si avvicina al
bancone guardandomi con il suo sorriso accattivante come se ci
conoscessimo da sempre. Non capisco se sorride a me o a tutti.
Mi chiedo se mi ha riconosciuta dalla gonna, se ha capito che
ero io quella a cui suonava il clacson facendole sussultare ogni
singola cellula in corpo. Finisco il mio caffè e scendo a cercare
la toilette.
Non vi sarà difficile immaginare come all’uscita del bagno delle
signore non trovi proprio lui ad aspettarmi. Mi sorride e, senza
parole, semplicemente mi spinge nel bagno per i disabili chiu-
dendo a chiave la porta alle sue spalle Sono una signora, penso
io, se una cosa la devo fare la faccio e fatta bene
controllo le prospettive, lui si poggia contro la porta quasi a sequestrarmi, mi accuccia con forza davanti ai suoi fianchi e trovo gia la patta aperta dove una pagnotta bella lievitata e' pronta per essere infornata nel mio nido caldo
finalmente prendo in bocca il suo cazzo. «Sei una troia,» mi dice, «quanto lo volevi
eh?» Io succhio con avidita' cercando di concentrarmi bene su quello che ho in bocca
e gli rispondo malvolentieri perché voglio solo succhiare quel cazzone caldo e succoso «Sì che
lo volevo, lo volevo molto.» Mi sposta i capelli dietro le orecchie.
Sentire il cazzo in bocca e le mani sui capelli mi eccita oltremodo sapendo
che solo il cazzo è quello che posso avere da
lui. «Adesso te lo metto in culo,esordisce.... tira giù i pantaloncini.» Mi gira e mi
appoggia al muro. Sento uno sputo che raccoglie tra le dita
e di li a poco le stesse entrare nel solco da profanare
cerca di entrare nel buchetto col l indice e il medio lubrificato di saliva
che ansioso pulsa all idea di essere pistonato
Ancora una colata di saliva dalla sua bocca che raccoglie questa volta sulla sua cappella turgida e violacea..tutto e'' pronto per un azione di guerra la cui partita e' all attacco
Sento dolore quando entra in culo sferro un sussulto sulle punta dei piedi
e soffoco un gemito in gola x paura di farsi sentire dall esterno
Mi dimeno come un' ossessa in quello spazio angusto
e quasi grido perché è
un mese che non lo prendo ma a me piace come sa inforcarmi, mi
piace come si muove lento sembra una danza
e i suoi affondi si mescolano tra il tenero e l erotismo
Miagolo e divento profondità e calore morbido.
Il cesso ora mi contiene. Non è più luogo ignoto ma è diventato una culla
per il mio piacere.. Mi sento al centro del mondo, il cazzo mi penetra il culo.
«Sei una troia e ti fai sbattere nei cessi , sei una troia.» È vero?
se sono li come potrei contraddirlo?
. e quando accompagnando i suoi colpi mi infila una mano in bocca io mi scopro languidamente piu troia che mai. Non ho paura, anzi il
mio corpo aderisce immediatamente a quello del giovane camio-
nista, lo riconosce senza alcun dubbio, si lascia aprire e divari-
care senza resistenza. , sbavare con le sue dita sporche in bocca mentre mi
lascio scopare appoggiata alla cassa dello sciacquone.
Lo facciamo in silenzio, gemendo sottovoce per non farci sen-
tire. Mi avvolge con le braccia da dietro mentre mi scopa e con-
tinua a torturarmi la bocca con le mani. Non diciamo una parola
fino alla fine, solo suoni e sussulti e il respiro.
il poco spazio mi inebria di odore di cazzo Io potrei restare
inchiodata in quel cesso tutta la vita ma lui dopo che mi ha impollinata con
una copiosa sbrodata si ricompone subito
ed esce dal bagno con grande disinvoltura. Resto a guardare il
vuoto. Seduta sul cesso con la gonna ancora tirata su attorno ai
fianchi. Sono rilassata adesso, non tremo più. Mi sciacquo la fac-
cia per svegliarmi bene e quando torno alla guida sono lucida e
serena, non mi scuote più l’interesse ossessivo dei TIR per le mie
cosce e leggera leggera mi avvicino alla meta.
Arrivata a casa, il mio amore sorridente mi sta aspettando,
ha le mani ancora sporche di olio di motore e ridiamo quando ci
baciamo perché anche io ho ancora in bocca il sapore delle sue dita......
.........................::))))
Lydia 4ever
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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